Scrittore francese. Nato in Madagascar dove il padre ufficiale era di stanza, si
trasferì a pochi anni d'età in Francia dopo la morte del genitore durante la prima guerra
mondiale. Frequentò per breve tempo le università di Cambridge e Oxford.
Abbandonò ben presto gli studi per dedicarsi alla fotografia, alla
pittura, influenzato soprattutto da Joan Miró e guidato da André Lhote,
di cui frequentò l'accademia, e ai
viaggi (si recò più volte in Germania, in Spagna, in Unione
Sovietica, in Italia e in Grecia). Nel 1939 abbozzò il suo primo romanzo,
Il baro, del quale dovette interrompere la stesura a causa dello scoppio
della seconda guerra mondiale, durante la quale fu per un breve periodo
prigioniero dei Tedeschi. Nel 1946 riuscì a pubblicarlo, facendolo
seguire poi da
La corda tesa (1947) e da
Gulliver (1952), di
impianto ancora tradizionale. Nel 1954 scrisse
La sagra della primavera,
nel quale cercò, seguendo l'esempio di William Faulkner, di conferire alla
scrittura una ritmicità e una cadenza derivate direttamente dai ritmi
della vita vissuta. Con
Il vento (1957), nel quale narratore, autore e
personaggio si fondono per dar vita a una narrazione in cui prevalente è
la voce della coscienza, e
L'erba (1958), romanzo che presenta un tipo di
narrazione circolare, che si conclude con le stesse parole del suo inizio,
S. volle intraprendere i medesimi tentativi stilistici innovativi
già condivisi da Alain Robbe-Grillet e Thomas Beckett e in genere da tutti gli
autori del Nouveau Roman. Nel 1960 fu la volta di
La strada delle
Fiandre, nel quale il punto di vista personale si fondeva con la pura
realtà dell'episodio storico (la disfatta francese del 1940) come sarebbe
accaduto anche due anni dopo ne
Il Palace, relativo alla guerra di
Spagna. Nel 1967 pubblicò
Storia, un romanzo nel quale la scelta
del titolo, scevro da qualsiasi implicazione tematica, diventava emblematica
dello sforzo dell'autore di allontanarsi completamente dalla vicenda narrata che
arrivava allora a godere di vita propria. Questo tentativo di
S. si fece
ancora più evidente nei romanzi successivi e portò al conferimento
all'autore del premio Nobel per la letteratura 1985. Durante la consegna del
riconoscimento,
S. pronunciò un discorso, pubblicato con il titolo
Discorso di Stoccolma (1986), nel quale volle puntualizzare ancora una
volta le proprie teorie in campo letterario, facendo un memorabile parallelismo
tra tecnica di scrittura e tecnica pittorica. Tre le altre opere di
S.
ricordiamo:
La battaglia di Farsalo (1969);
Orione cieco (1970);
Trittico (1973);
Lezione di cose (1975);
Georgiche (1981);
La chioma di Berenice (1984);
L'invito (1987);
L'acacia
(1989);
Il giardino delle piante (1997);
Il tram (2001)
(Antananarivo, Madagascar 1913 - Parigi 2005).